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Archive for luglio 6th, 2010

Spigolature e metodi di discolpa…

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Il 30 giugno sono passato sicuramente dalle parti dell'Alberone, dato che abito a un tiro di schioppo: però la scena dell’esponente del Pdl che, alla fine di un festino con tre o quattro trans in cui scorreva coca a fiumi, esce sul balcone e improvvisa un comizio me la sono, purtroppo, persa. È proprio vero: la vita è tutta una questione di tempi e l’ora non era proprio quella giusta, visto che il fatto è successo alle prime luci dell’alba, quando io personalmente dormo il sonno dei giusti.

Comunque, Pier Paolo Zaccai (consigliere provinciale Pdl a Roma, cattolico fervente, promotore di un Osservatorio contro la criminalità e di una Rete di telesorveglianza contro lo spaccio) si è affacciato al balcone dell'appartamento di una delle trans alle quattro di mattina pronunciando (o meglio, urlando) queste storiche parole: “Mi vogliono far fare la fine di Marrazzo. È un complotto, mi stanno incastrando!”

Portato in ospedale, prima al San Giovanni e poi al Grassi di Ostia, in evidente stato di agitazione, il consigliere ha rifiutato di sottoporsi al narcotest. “Ha ammesso di aver assunto cocaina” – hanno dichiarato i medici – “ma alle 11 e 30 ha firmato per essere dimesso e per non sottoporsi al trattamento di disintossicazione.”
 
Cosimo Mele (ve lo ricordate? Era l’esponente Udc – ma attualmente rifugiatosi pure lui sotto le ali protettrici del Pdl, in quota Alleanza di centro – beccato in flagranza in un festino a base di coca e mignotte) sostenne di non sapere che la donna con cui si stava intrattenendo fosse una prostituta (e questa giustificazione potrebbe essere rubricata sotto la voce “metodo Scajola”); Piero Marrazzo cercò di rifarsi una verginità chiedendo scusa al papa (vogliamo chiamarlo “metodo Enrico IV” o “metodo Canossa”1?); quest'ultimo esponente politico, bisogna ammetterlo, ha tirato fuori dal cilindro un coniglio geniale e innovativo, inaugurando quello che mi sento di poter definire il “metodo Montalbano”; ha infatti dichiarato alla stampa il giorno successivo: “Indagavo sui trans.”
 
Giuro che il primo che la smetterà con la doppia morale dei “vizi privati e pubbliche virtù” e sarà capace di assumersi onestamente e da adulto la responsabilità di ciò che ha fatto, lo voto.
 
1 Enrico IV, imperatore del Sacro romano impero, in seguito alla lotta per le investiture, decise di chiedere perdono a papa Gregorio VII, dal quale era stato scomunicato; si recò in penitenza a Canossa, per incontrare il pontefice e chiedergli il perdono. Per tre giorni, dal 25 al 27 gennaio 1077, rimase in attesa sotto la neve di fronte all'ingresso del castello, finché il 28 gennaio il papa decise di revocare la scomunica, soprattutto grazie alla mediazione di due donne: Matilde di Canossa, signora del castello, e la cugina di Matilde, Adelaide di Torino, suocera dello stesso imperatore.

Written by matemauro

06-07-2010 at 21:22

Pubblicato su spigolature