Archive for giugno 2010
Barzelletta (con un pezzo di storia…)
I tecnici della British Airways hanno studiato una specie di cannoncino per lanciare polli morti ad alta velocità contro i parabrezza degli aerei di linea: lo scopo è quello simulare i frequenti scontri con gli uccelli in aria, verificare la resistenza dei parabrezza e prendere le adeguate contromisure.
Alcuni ingegneri italiani, avendo sentito parlare di questo tipo di test, sono impazienti di provarlo sul parabrezza dei loro nuovi treni Frecciarossa. Prendono perciò accordi con la compagnia inglese e il cannoncino viene spedito ai tecnici italiani.
Quando l’arma viene attivata la prima volta, gli ingegneri italiani restano di stucco: il pollo sparato dal cannoncino si schianta contro il parabrezza infrangibile e lo fracassa, rimbalza contro la console dei comandi, stacca la testa del manichino messo al posto di guida, spezza in due lo schienale della poltroncina del macchinista e si va a incastrare nella parete posteriore della locomotrice, neanche fosse una delle tre pallottole sparate da Harry Lee Oswald il 22 novembre 1963.
Rammento che, secondo il rapporto della commissione Warren, incaricata delle indagini sull'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, le tre pallottole vennero sparate in 2 secondi e mezzo, contro un bersaglio in movimento, con un fucile della prima guerra mondiale, e facendo un macello nelle carni del presidente e del governatore Connolly, con una pallottola che prima di fermarsi eseguì sette-otto cambi di direzione… Ma scusate la digressione, continuo con la barzelletta…
Sconvolti, gli italiani trasmettono agli inglesi i risultati disastrosi dell’esperimento e i progetti del loro parabrezza, supplicandoli perché diano loro dei suggerimenti.
Arriva immediatamente un fax in risposta, lapidario:
“Scongelate i polli, prima.”
Spigolature – Quiz per i lettori
Nel corso dell’annuale raduno leghista di Pontida, qualche giorno fa, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha fatto determinate, ben precise e documentate affermazioni. Ai miei lettori propongo un gustoso esercizio stilistico: scovare, fra queste dieci frasi molto simili, l’unica realmente pronunciata dal presidente regionale. V’avverto che sarà un compito niente affatto facile! Chi sarà il primo a indovinare la frase giusta?
1. Siamo stanchi di sentire vicini di casa che si insultano in napoletano e romano. In Veneto siamo pieni di inquilini rancorosi che si scannano per il riscaldamento centralizzato. Noi veneti faremo assemblee condominiali differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
2. Siamo stanchi di sentire direttori di telegiornali che raccontano balle in napoletano e romano. Il Veneto brulica di giornalisti venduti che mistificano la realtà. Noi vogliamo realizzare un’informazione di regime differenziata, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
3. Siamo stanchi di sentire ubriaconi che cantano canzoni sconce in napoletano e romano. In Veneto esistono tuttora avvinazzati che dopo qualche decina di bicchieri di bianchetto cantano “Ancora un litro de quel bon”*. Nei bar e nelle osterie del Veneto avremo sbronze differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
4. Siamo stanchi di sentire in tv e al cinema parlare in napoletano e romano. In Veneto noi facciamo ancora il presepe e nelle scuole vogliamo il crocifisso. Noi vogliamo fare liste di collocamento differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
5. Siamo stanchi di sentire vescovi e cardinali che vietano l’uso del preservativo in napoletano e romano. Qui in Veneto ci sono molti prelati fondamentalisti che contribuiscono alla diffusione dell’Aids. Noi veneti vogliamo anatemi integralisti differenziati, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
6. Siamo stanchi di sentire donne che durante il sesso orale bofonchiano in napoletano e romano. In Veneto ci sono ancora femmine disinibite che praticano la fellatio parlata. Vi prometto che in Veneto obbligheremo per legge a pompini differenziati, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
7. Siamo stanchi di sentire tifosi che inveiscono contro arbitri e guardalinee in napoletano e romano. In Veneto ci sono, per fortuna, ultras che augurano morte lenta e dolorosa alle terne arbitrali. Ebbene, in Veneto realizzeremo per loro tribune differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
8. Siamo stanchi di sentire automobilisti che litigano agli incroci in napoletano e romano. Tra noi veneti esistono bene guidatori isterici che si mandano a fare in culo ai semafori. Noi veneti consentiremo soltanto colluttazioni stradali differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
9. Siamo stanchi di sentire meteoristi che scorrreggiano in napoletano e romano. In Veneto ci sono tuttora petomani esperti che fanno le puzzette. In Veneto vogliamo soltanto peti a trombetta differenziati, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
10. Siamo stanchi di avere ministri che incassano tangenti in napoletano e romano. In Veneto ci sono, per nostra e loro fortuna, molti politici corrotti che rubano i soldi pubblici. Noi veneti vogliamo incassare mazzette differenziate, per pensare prima ai nostri cittadini e poi a quelli del resto del mondo.
* Per il testo della canzone, peraltro struggente, vedi qui. E per un’esecuzione da parte di un avvinazzato gruppo canoro, invece qui.
Italia – Slovacchia: per chi tifo?
Chiaro, no? 😀
25′: Vittek!!! Slovacchia 1 – Italia 0
Commento al primo tempo: Slovacchia presente, fisicamente e mentalmente, in ogni zona del campo, tutto sommato ha anche raccolto meno di quello che ha seminato; non è una squadra tecnica e si vede, ma mette cuore, muscoli e cervello in ogni azione e in ogni zona del campo. Italia meno che negativa: uomini fuori ruolo e fuori zona, deconcentrati, una difesa che quattro anni fa fu il nostro punto di forza e che oggi fa ridere i polli, un centrocampo senza idee e senza forza, un attacco… attacco? Non c’è. E il “ricco pensionato arabo” Cannavaro meritava l’espulsione per doppia ammonizione: l’arbitro inglese Webb si conferma “amico” dell’Italia…
Secondo tempo: l’Italia si butta nervosamente e indiscriminatamente in avanti, esponendosi a qualche pericolo; entra anche Pirlo, ma a parte un paio di occasioni, fino al 20′ non si nota alcuna differenza rispetto al primo tempo. Squadre ambedue stanche.
75′: Vittek!!! Slovacchia 2 – Italia 0
Nulla da dire sul doppio vantaggio: assolutamente meritato. Italia senza idee, senza cervello, con pochi muscoli e un allenatore imbe(ci)lle e vanaglorioso. Italiani spesso irrisi con passaggi semplici, l’abc del calcio, ma sembra che loro l’abbiano dimenticato. Gli slovacchi, ovviamente, acquistano fiducia col passare dei minuti e giocano come fossero loro i campioni del mondo.
81′: Di Natale!!! Slovacchia 2 -Italia 1
Gol assolutamente casuale, gli slovacchi non si devono far intimorire, hanno una qualificazione storica a portata di mano! Gli ultimi minuti si preannunciano confusi; speriamo che l’arbitro, già dimostratosi in più occasioni pro-Italia, non si faccia prendere dalla confusione.
89′: Kopunek!!! Slovacchia 3 – Italia 1
Che dire? Vantaggio e vittoria assolutamente meritate. Italia inesistente, a parte qualche giocata sporadica di Pirlo e degli attaccanti, più con la forza della disperazione che altro.
92′: Quagliarella!!! Slovacchia 3 – Italia 2
Cambia poco: gli ultimi minuti sono soltanto una guerra di nervi. Nemmeno l’arbitro può far nulla per aiutare l’Italia: siamo a 7 minuti di recupero, ben oltre i 4 annunciati… E finalmente fischio finale!
Slovacchia 3 – Italia 2
Devo dire quanto sono felice e contento? Non credo… 😉
Tra l’altro credo sia la prima volta che una squadra ex campione del mondo termina ultima nel girone di qualificazione al campionato successivo…
Per brindare alla vittoria dei “nostri” ragazzi, un canto tradizionale slovacco, che tra l’altro spiega perché sentimentalmente mi sento molto più vicino agli slovacchi che ai cechi: i primi bevono per lo più vino, come noi italiani, i secondi birra…
Le parole:
“Vinello bianco, che vieni dalla mia amata,
ti berrò fin quando vivrò, vinello bianco.
Vinello rosso, che vieni dalla mia seconda,
ti berrò fin quando vivrò, vinello rosso.
Vinelli ambedue, fratellini miei,
vi berrò fin quando vivrò, vinelli ambedue!”
Mia figlia giornalista (???)
Siccome a mia figlia non bastavano l’attività di insegnante, quella di musicista, di organizzatrice e intrattenitrice di feste per bambini, ecco che si è inventata qualcos’altro da fare: collabora con la rivista di un’associazione culturale di Ellera, ridente paesino in provincia di Perugia… Ed ecco l’articolo di Katia, mentre ricordo a me e a voi tutti le splendide parole di Kahlil Gibran:
I tuoi figli non sono figli tuoi,
sono i figli e le figlie della vita stessa.
Tu li metti al mondo,
ma non li crei.
Sono vicino a te,
ma non sono cosa tua.
Puoi dar loro tutto il tuo amore,
ma non le tue idee.
Tu puoi dare dimora al loro corpo,
ma non alla loro anima,
perché la loro anima abita
nella casa dell’avvenire
dove a te non è dato entrare
neppure con il sogno.
Puoi cercare di somigliare a loro,
ma non volere che essi assomiglino a te,
perché la loro vita non ritorna
indietro e non si ferma a ieri.
Tu sei l’arco che lancia i figli verso il domani.
M.C. Escher
“Il matematico, come il pittore o il poeta, è un creatore di forme. E se le forme che crea sono più durature delle loro è perché le sue sono fatte di idee."
(Godfrey H. Hardy)
Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972) è stato un incisore e grafico olandese.
Visse per molti anni in Italia e in Spagna: dalla prima trasse ispirazione per i paesaggi campestri, nella seconda venne vivamente impressionato dall’architettura moresca, soprattutto quella dell’Alhambra, che poi riutilizzò in numerose sue opere.
Dire che cosa abbia rappresentato questo artista per almeno un paio di generazioni di matematici, logici, topologi e filosofi della conoscenza è assai complesso. A scuola, confessò a un suo amico, non era molto bravo in matematica:
“Alle superiori ero molto scarso in aritmetica e in algebra, perché avevo, e ho ancora, una grande difficoltà nell’astrazione di numeri e lettere. Più tardi, quando la mia immaginazione venne attratta dalla geometria solida le cose andarono un po’ meglio, però a scuola non riuscii mai ad avere buoni risultati in queste discipline. Ma il percorso della nostra vita può prendere strane svolte.”
Scrive, d’altra parte, il fisico e matematico Roger Penrose, suo amico:
“Non crediate affatto a quello che Escher racconta sulla sua ignoranza matematica. Forse non aveva dei buoni voti, o forse non aveva avuto un buon rapporto con i professori. Ma una conoscenza molto chiara ed approfondita della matematica e della geometria ce le aveva eccome. D’altra parte questo è evidentissimo nei suoi disegni.”
È il solito problema, non soltanto italiano, a quanto pare: una scuola che non porta lo studente ad amare la matematica, a scoprirne la bellezza.
Per fortuna sua (e nostra) Escher ha dimostrato invece di amare le “costruzioni” matematiche, ed è così che nei suoi lavori ritroviamo moltissimi concetti fisici e matematici, quali:
– l’autoreferenzialità, nelle Mani che disegnano
– l’effetto Droste, un particolare tipo di ricorsività che si manifesta, per esempio, ponendo due specchi uno di fronte all’altro, in Galleria di stampe
– la topologia, per esempio le superfici bidimensionali in spazi tridimensionali, in Nastro di Möbius II
– l’infinito, tanto dal punto di vista filosofico che matematico, come preludio alle geometrie frattali, in numerose opere e particolarmente in Limite del cerchio I
– il moto perpetuo, attraverso un trucco percettivo che permette a una cascata di azionare un mulino che con la sua forza motrice riporta l’acqua al punto di partenza, in Cascata
– le tassellature (riempimenti completi, simmetrici e non) dello spazio, sia in due che in tre dimensioni, in numerose opere quali per esempio Mosaico II
– la dimensione spazio-temporale, come in Rettili, dove piccoli animali preistorici escono da un libro per poi rientravi
Ricerche di personale (inventate, ma mica tanto…)
Poèsia
Federcio García Lorca
Pausa (con pensierino finale…)
Amici carissimi, è qualche giorno che sinceramente non ho le forze mentali e fisiche per aggiornare il mio blog e per venire a commentare da voi. L’unica cosa che riesco a fare è rispondere ai pvt, e ringrazio quelli che mi sono con questo mezzo vicini. Mi dispiace tantissimo, perché sapete quanto ci tengo; spero soltanto che quanto prima la situazione migliori e che questo blog possa ritornare “più bello e più superbo che prìa” (cit.) 😀
Vi voglio bene, a tutti!
P.S. Il post doveva finire qui, ma come al solito quando comincio a scrivere mi faccio prendere la mano… 😉 e allora ecco la spiegazione filmata della citazione di cui sopra: il brano più celebre del “Nerone” di Petrolini, che così svillaneggiava il Mr. B. (e i suoi accoliti) dei suoi tempi…