Archive for the ‘pasquinate’ Category
Poèsia – Aggiunta pe’ li suvve
Aggiunta pe’ li suvve Scrivevo giorni fa dei machinoni, Mo’ è successo però un fatto strano Un camionista ‘mbriaco a ‘n’incrocio A quell’amico mio j’ha detto bene, Inzomma, n’aggiunta me tocca da fa’ |
Postilla per i Suv Qualche giorno fa scrivevo dei macchinoni, È successo però un fatto particolare Un camionista ubricaco a un incrocio All’amico mio ha detto bene, In conclusione, mi tocca fare una postilla |
Poèsia – A li propietari de li suvve
A li propietari de li suvve L’artro giorno so’ stato a Centocelle: Pe’ fa’ lo slalom su li marciapiedi E le signore, porelle, che vanno E nun parlamo poi della vecchina, Me vie’ da di’ a quelli sciorcinati E nun fa gnente si è ‘n’omo o ‘na donna, |
Ai proprietari di Suv L’altro giorno sono stato a Centocelle Per fare lo slalom sui marciapiedi E le povere signore che vanno E non parliamo poi della vecchietta, Mi viene da dire a quei miseroni E non importa se siano uomini o donne, |
Pasquinata
Umberto Bossi
Nell’oceanico maxi congresso,
preso dar raptus der gran successo,
co’ na girandola de paradossi,
sbraita e farnetica Umberto Bossi.
Fra li rigurgiti, mostranno er dito
(ma perché nun je s’è impedito?)
manna affanculo Mameli e maestri;
lui nun sa’, coll’accoliti maldestri,
che si l’insegnanti caccia dar norde,
loro ritornerebbero a esse orde1.
Pensasse piuttosto a fallo studia’,
chi già pe’ du’ vorte nun po’ matura’2!
Straparla euforico de secessione,
libertà, autonomia e rivoluzione:
ma co’ sto traggico contegno lui,
fa li politichi cazzacci sui.
È troppo umana, Roma cojona,
je tiene libbera quella portrona
indove er mitico, cor culo a sede,
campa de rendita (nun ce se crede)
e nella pentola che chiama "fogna"
ce magna e specula senza vergogna.
[1] Oltre il 60% degli insegnanti nella scuola italiana proviene dalle regioni meridionali; è un fenomeno storico, difficilmente modificabile in tempi brevi; va da sé che se Bossi volesse cacciare gli insegnanti meridionali dalle scuole del Nord, i cosiddetti "padani" tornerebbero a essere ignoranti come nel Medioevo.
[2] Il figlio di Bossi, Renzo, è stato dichiarato "non maturo" per il secondo anno consecutivo; eppure si presentava da privatista in una scuola parificata… Chissà da chi avrà preso?
Pasquinata
Ar cardinal Bagnasco
Er cardinal Bagnasco:
quasi un bergamasco,
ma che sia generale
ce vedo un po’ de male;
apprezza Berlusconi,
e sì, puro Veltroni;
consija ‘sto governo
manco fosse er padreterno:
"Nun c’è Costituzione?
Avrem l’Inquisizione,
ma solo pe’ i nemici:
ai nostri cari amici
giochi da baraccone
e gnocca a profusione!
Un anticlericale?
Non ci può far male!
Parole manda al vento:
pertanto, nel convento
faremo, senza l’Ici,
l’albergo pe’ l’amici."
Ma scoppierà er bubbone,
e quanno er padreterno
li mannerà a l’inferno
saremo soddisfatti
che da quei quattri gatti
avremo libertà
da qui a l’eternità!
Angelo Bagnasco, attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, è nato a Pontevico (BS), dunque quasi bergamasco; inoltre è generale di corpo d’armata dell’esercito italiano in quanto vescovo della struttura religiosa delle forze armate (no, non ridete, è proprio così…)
Poèsia
Internette C’hai ‘sto compiutere che fa’ da serva, Poi, quanno navighi co’ internette Ma un po’ niscosto in ‘sto sollazzo affronti l’effimero, poi scopri er porno, fino a che er fosforo che butti ar secchio |
Internet Hai questo computer che ti fà da schiavo, Poi, quando navighi con Internet Ma un po’ nascosto in questo divertimento affronti l’effimero, poi scopri il porno, finché l’intelligenza che butti nel secchio |
Le statue parlanti di Roma
La più famosa statua "parlante" di Roma è situata in piazza di Pasquino, anticamente piazza di Parione, addossata a palazzo Braschi; forse è un frammento di un antico gruppo statuario ellenistico, raffigurante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo e venne alla luce quasi per caso nel 1501. Il cardinal Carafa aveva comprato dagli Orsini l’edificio che sorgeva dove oggi è palazzo Braschi e si era adoperato a sistemare la piazzetta, lastricandone il fondo. Così, nel bel mezzo dei lavori, venne tirato fuori dal fango questo antico gruppo marmoreo: il cardinale lo volle all’angolo del suo palazzo, collocato su un piedistallo.
Sull’origine del nome Pasquino vi sono diverse interpretazioni: chi lo vuole riferito a un oste, chi a un barbiere, chi a un maestro di scuola e chi ancora a un ciabattino, tutti logicamente di nome Pasquino. La statua iniziò per caso a essere utilizzata per esporre pungenti satire anonime verso chicchessia, ma con il tempo si specializzò in feroci satire politiche indirizzate al pontefice o comunque ai personaggi in vista dell’epoca, tanto che questo genere di "messaggistica" fu detta "pasquinata". Per tale motivo, la statua corse più volte il rischio di essere distrutta, soprattutto sotto Adriano VI, Sisto V e Clemente VIII.
Pasquino faceva parte della "congrega degli arguti", com’era chiamata l’associazione fra il torso di Pasquino e le altre statue parlanti: Marforio, Madama Lucrezia, l’abate Luigi, il Facchino ed il Babuino. Le pene per i colpevoli di pasquinate erano severissime e giungevano fino alla massima pena, quella capitale. Molte sono le pasquinate pervenute fino a noi; eccone un’antologia.
Durante la proclamazione del dogma dell’infallibilità papale, avvenuta durante il Concilio Vaticano I sotto il pontificato di Pio IX:
Il Concilio è convocato,
i Vescovi han decretato
che infallibili due sono:
Moscatelli e Pio Nono
(Moscatelli era una marca di fiammiferi, sulla cui scatola era stampato: "Moscatelli – Infallibili")
Non poteva mancare tra gli obiettivi di Pasquino la famosa Donna Olimpia, la "Pimpaccia di piazza Navona". Olimpia aveva un maestro di camera di nome Fiume; inoltre, a quei tempi, le piene del Tevere venivano indicate con una lapide che riportava il livello raggiunto dall’acqua con l’indice di una mano puntato all’altezza della piena. Un giorno fu trovato sul busto di Pasquino un disegno raffigurante una donna nuda, senza dubbio somigliante a Olimpia Maidalchini, e una mano con l’indice puntato all’altezza del sesso e la scritta:
Fin qui arrivò Fiume
E sempre contro la stessa nobildonna:
Per chi vuol qualche grazia dal sovrano
aspra e lunga è la via del Vaticano.
Ma se è persona accorta
corre da Donna Olimpia a mani piene
e ciò che vuole ottiene.
È la strada più larga e la più corta.
Per la morte di papa Alessandro VI Borgia, accusato con tutta la sua famiglia di violenza, lussuria e crudeltà:
Qui giace Alessandro sesto.
È sepolto con lui
quanto venerò:
il lusso, la discordia, l’inganno,
la violenza, il delitto.
Per la morte di papa Leone X Medici, famoso perché prometteva il Paradiso in cambio di soldi ("vendita delle indulgenze"), soldi che usava per pagare i grandi progetti artistici a Roma e a Firenze:
Gli ultimi istanti per Leon venuti,
egli non poté avere i sacramenti.
Perdio, li avea venduti!
Dopo la morte di papa Clemente VII dei Medici, provocata forse dalla scarsa bravura del suo medico, sulla statua venne messo il ritratto del medico con la scritta:
Ecce qui tollit peccata mundi
(Ecco colui che toglie i peccati del mondo)
Per la morte di Paolo III Farnese, papa accusato di "nepotismo", cioè di avere concesso ricchezze e poteri ai suoi parenti:
In questa tomba giace
un avvoltoio cupido e rapace.
Ei fu Paolo Farnese,
che mai nulla donò,
che tutto prese.
Fate per lui orazione:
poveretto, morì d’indigestione.
Famosa la pasquinata contro Napoleone Bonaparte, che aveva il vizio di prendere le opere d’arte nei paesi conquistati e portarle in Francia. Si tratta di un colloquio con Marforio:
Marforio: È vero che i francesi sono tutti ladri?
Pasquino: Tutti no, ma BonaParte sì!