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Jacques Tati

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Jacques Tati, pseudonimo di Jacques Tatischeff (Le Pecq, 9 ottobre 1907 – Parigi, 5 novembre 1982), è stato un mimo, attore, sceneggiatore e regista francese di origine franco-russo-olandese-italiana, creatore del personaggio di Monsieur Hulot.

La sua infanzia è priva di caratteristiche di rilievo, salvo una precoce tendenza allo sviluppo in altezza. Dopo aver praticato con grande disinvoltura innumerevoli sport (boxe, equitazione, tennis, calcio) pratica il rugby in una squadra di serie A del campionato francese; qui scopre l’innata capacità di generare il riso, intrattenendo i compagni con gag e pantomime. Si trasferisce a Parigi dove esercita, per quindici anni, l’attività di cabarettista, specializzandosi in mimica ed acrobazie con gag ispirate alla vita quotidiana e ai suoi ritmi nevrotici.

"Confusione è la parola della nostra epoca. Si va troppo in fretta. Ci dicono tutto quello che dobbiamo fare. Organizzano le nostre vacanze. La gente è triste. Nessuno fischietta più per strada (…) sarà sciocco, ma mi piacciono le persone che fischiettano per strada e io stesso lo faccio. Credo che il giorno in cui non potrò più fischiettare per strada sarà una cosa gravissima."

Sono gli "assurdi" ritmi quotidiani il suo bersaglio e lo centra soprattutto con Monsieur Hulot; personaggio tranquillo e impassibile dall’aria parecchio stralunata, vestito con impermeabile, cappello, pantaloni un po’ corti e immancabili pipa e ombrello. Le trame sono poco strutturate e le gag si susseguono continuamente senza avere necessariamente una logica; Tati-Hulot più che parlare borbotta, esprimendosi quindi con una comicità dalla narrazione prevalentemente visiva e con una scarsa presenza dei dialoghi se non con lo stesso blaterare del protagonista; con l’intensità del sonoro, inteso non come dialogo ma suono, viene guidata l’attenzione all’interno dell’inquadratura stessa. Sostiene Rowan Atkinson, ovvero Mr. Bean: "Quello tra i comici post bellici, che hanno avuto più influenza su di me, soprattutto a livello di comicità visiva, è Jacques Tati con il suo Mr. Hulot". D’altronde Tati trae le sue radici da Buster Keaton, dai fratelli Marx, da Charlot.

Tati-Hulot è "straniero" nella macchina del mondo, borbotta senza parlare, cammina senza capire; il suo sguardo incredulo davanti al meccanismo incomprensibile della modernità è un punto di domanda lasciato senza risposta. Il bersaglio della sua satira, mai crudele, sempre un po’ amara, è la Francia del dopoguerra, ossessionata dalla modernizzazione, così come lo era Charlot dalla meccanizzazione della fabbrica.

Nel primo lungometraggio Jour de fête (Giorno di festa), Tati è un postino che, nel tentativo di essere efficiente come i colleghi americani visti in un documentario, semina scompiglio nella comunità. Hulot non è ancora nato, ma già la comicità di Tati nasce dall’ossessione della modernità. Il film fu un successo strepitoso: fu accostato ai maestri del neorealismo italiano, e le fanfare proclamarono la rinascita del cinema francese.

Nel 1956 fonda una sua casa di produzione, la Spectra Films, e due anni dopo realizza Mon oncle (Mio zio), surreale satira dell’abitare ultramoderno, tra fontane automatiche e cucine misteriosamente dotate d’identità elettromagnetica. Personaggi memorabili la madre igienista e la vicina americana dai cappelli/scultura. E soprattutto la casa, sublime parodia dell’architettura razionalista. Premiato con l’Oscar per il miglior film straniero e con il Premio speciale della giuria al Festival di Cannes.

La sua storia è quella di sempre, degli artisti grandi e sfortunati, geniali e incompresi. Ma è un fatto che davanti ai suoi film si resta rapiti davanti a una comicità che è spesso vera poesia. Fatta di gag imprevedibili, di suoni e posture innaturali, di cose che si trasformano imprevedibilmente in altre cose. La comicità come una forma di visione del mondo. Un modo di mostrarci che vivere è davvero un mestiere ridicolo e che morire dal ridere è un bel modo di morire.

[Nel video di testa, una sequenza da Monsieur Hulot nel traffico, una delle sequenze più belle, secondo me, nella storia del cinema comico.]

Written by matemauro

09-10-2008 at 01:43

Pubblicato su cinema, tati jacques