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Valcorvina in Abruzzo (1ª parte)

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Rovine aragonesi

Capitolo 1°

Sono le 3.35 di notte del 6 aprile 2009. Luca Valcorvina, commissario di polizia presso la squadra Mobile di Roma, ronfa pacifico nel suo letto, dopo una giornata domenicale di lavoro. La sua mente vaga tra sogni bucolici, nei quali si immagina pascolare pacifiche pecore per i prati, quando uno strillo della moglie Giulia, che dorme accanto a lui, lo scuote.

– Luca, Luca! Il terremoto!

È un attimo quello che ci vuole a Valcorvina per rizzarsi a metà sul letto, accendere la luce sul comodino e dare un’occhiata al lampadario, che vede lentamente oscillare.

– Vieni, svelta! – Intima alla moglie, afferrandola per la vita. Ambedue, abbracciati, si precipitano verso la porta della stanza da letto, che Luca sa essere stata aperta su un muro maestro, e dunque, praticamente, a prova di terremoto, almeno di quelli che si possono sentire a Roma.

Una volta lì, mentre ancora tiene Giulia abbracciata stretta stretta, Valcorvina mette lentamente in moto il resto dei suoi sensi (ché finora si è mosso per puro istinto) e si accorge di un leggerissimo tintinnio che proviene dalla sala da pranzo: sono le chicchere che la moglie sta collezionando da anni, che ancora oscillano nella vetriera.

A parte quel tintinnio, tutto, nel palazzone di via Po, tace. Dopo qualche secondo, visto che non si sentono scosse, Giulia si scioglie dall’abbraccio di Luca.

– Tanta paura, amore? – Le fa lui.

– Puoi ben dirlo, Luca. Mi sono svegliata all’improvviso e sentivo il letto tremarmi sotto… Ma tu, piuttosto, non hai sentito nulla?

– Macché, mi ha svegliato il tuo urlo. Lo sai bene che non mi svegliano nemmeno le cannonate.

– Comunque non dev’essere stata una scossa molto forte. Non si sente nessuno… aspetta, è ovvio che il terremoto è stato da qualche altra parte; di solito a Roma è così, si sentono le scosse, ma il terremoto chissà dov’è stato. Vieni, accendiamo il televisore… ma tu così hai freddo, mettiti qualcosa addosso…

– E tu, allora?

In effetti, i due si guardano e scoppiano a ridere: nudi come mamma li ha fatti, ché così sono abituati a dormire sotto il caldo piumone e nel mite clima di Roma. Si dirigono verso l’armadio, si infilano qualcosa alla bene e meglio e si piazzano sul divano. Il televisore, sintonizzato sul televideo alla pagina 101, quella delle ultime notizie, mostra un titolo abbastanza rassicurante: "Lieve scossa di terremoto a Roma".

– Ecco, vedi? Non me lo sono immaginato…

– Tesoro mio, chi ha mai detto che te lo fossi immaginato! Il lampadario che oscillava l’ho visto anche io. Piuttosto, che ne dici di un caffè, mentre aspettiamo altre notizie?

– Un caffè? A quest’ora? Ma sei impazzito?

– No, ma tanto ormai so che non prendo più sonno…

– Quanto a questo neanch’ io… va bene, dài, facci questo caffè, poi magari torniamo a letto… – E lo osserva con sguardo ammiccante.

– Avresti per caso qualche programma per scrollarci di dosso questo timore? – Le fa lui, restituendole l’ammiccamento.

– Chissà, se il caffè lo fai buono buono… – Risponde Giulia, ridendo.

Luca si avvia verso la cucina, accende la macchina del caffè e, aspettando che si riscaldi, comincia a preparare tazzine, cucchiaini e zucchero e a riempire il serbatoio con la polvere. Sta per premere il pulsante di accensione, quando un nuovo urlo della moglie lo fa accorrere. Attonito, guarda lo schermo del televisore, che pulsa l’ultima notizia: "Grave terremoto in Abruzzo".

– Oddio, mamma, papà!

I suoi genitori vivono ad Avezzano, la sua città natale, terra che ha subito all’inizio del secolo scorso diversi terremoti. Sia i nonni paterni che quelli materni hanno a più riprese raccontato al piccolo Luca le tremende storie di distruzione e morte che quei terremoti hanno causato al paese abruzzese.

– Luca, chiamali, presto!

– Ma a quest’ora staranno dormendo!

– Dormendo? Ma tu sei matto… con questo popo’ di terremoto che abbiamo sentito qui, figurati cosa sarà successo da loro… Faccio io!

Afferra il cordless e compone rapidamente il numero dei genitori di Luca. Dall’altra parte sembra che qualcuno fosse in attesa, perché la cornetta viene alzata rapidamente.

– Pronto! – Fa all’altro capo del filo una voce squillante. È quella di Mario, il papà di Luca. Ex ferroviere, settant’anni ma ne dimostra meno di sessanta, sia per il fisico che per la voce, appunto.

– Mario, sono Giulia! Oddio, che piacere sentire la tua voce… Ma non dormivate, vero? Che sta succedendo lì?

– Carissima Giulia! Noi non dormivamo, no, certo! Con questo bailamme che sta facendo tua suocera in giro per casa è impossibile dormire! Qui c’è stata una piccola scossa, niente di preoccupante, ma Marisa sta preparando la valigia, perché dice che non vuole rimanere in casa… E voi, l’avete sentito anche voi?

– Sì Mario, è per questo che vi stiamo chiamando; io mi sono svegliata per la scossa, abbiamo acceso il televisore e sta dando notizie di un grave terremoto in Abruzzo.

– Grave? Beh, non è certo da noi. Per fortuna, almeno questa volta… Passami mio figlio, cara.

– Eccolo.

– Pronto papà?

– Luca! Come stai?

– Ma non chiedere a me, qui tutto bene… voi, piuttosto…

– Una piccola scossa, una di quelle che qui si sentono una volta al mese, almeno, ma sai tua madre com’è fatta; ora sta preparando una valigia, dice che non vuol restare in casa…

– Dalle retta, papà, sai che mamma ha un sesto senso…

– Lo so, lo so… anche un settimo e un ottavo, quanto a questo…

– Aspetta, aspetta… cambia l’ultima notizia! Ecco, parla dell’Aquila, dice che la scossa è stata a L’Aquila, parla di un forte terremoto…

– L’Aquila? …zia Concetta! Fammi chiamare subito, attacca Luca, ti richiamo fra poco…

– Va bene. A dopo, papà.

– Allora? – Chiede Giulia.

– Papà sta chiamando zia Concetta, te la ricordi, vero?

– Come no, mi ricordo benissimo quella mangiata che ci siamo fatti a casa sua…

Squilla il telefono. Luca è lesto nell’afferrare il ricevitore.

– Pronto papà, hai sentito zia?

– No, Luca, non si riesce a prendere la linea…

– Mannaggia e ora che si fa?

– Senti, io accompagno tua madre da tuo cugino, e parto per L’Aquila.

– Ma che dici? Se c’è stato il terremoto, sarà un casino… papà non lo fare; senti invece facciamo così: fammi provare a me a chiamare zia, se non riesco a sentirla chiamo i miei colleghi a L’Aquila e vedo che situazione c’è, poi ci risentiamo.

– Va bene, però chiamami sul cellulare… ecco, un’altra scossa… voi l’avete intesa?

– No, qui non s’è sentita.

– Dicevo, chiamami sul cellulare, perché tua madre s’è vestita ed è sulla porta di casa con la valigia. Io mi vesto e scendiamo in strada.

– Va bene, papà, d’accordo…

Valcorvina mette al corrente Giulia, mentre prova a fare il numero della zia. Nulla, il telefono non dà cenni di vita. Improvvisamente, lo assale un pensiero.

– Giulia, ma il tuo cellulare è acceso?

– Oh santo cielo! È vero, potrebbero chiamarmi dalla Protezione civile! Vado…

– Accendi pure il mio, hai visto mai che cercassero anche me, dalla centrale…

Valcorvina prova a ricomporre il numero della zia, ma con lo stesso scarso risultato. Allora compone il numero delle informazioni.

– Pronto, signorina? Vorrei il numero della centrale di Polizia dell’Aquila, per favore…

– Un attimo, prego… eccolo… vuole che la metta in contatto direttamente?

– Sì, la ringrazio…

Mentre aspetta la comunicazione, rientra Giulia, con in mano i due cellulari alzati.

– Ci hanno cercato a tutti e due!

– Capito, ora aspetta un attimo, casomai chiama prima tu, io sto provando a contattare L’Aquila… Pronto! Sono il commissario Valcorvina, della Mobile di Roma, chi è al telefono?

– Sono l’ispettore De Matteis, mi dica commissario…

– Volevo sapere com’è la situazione, ho una zia che vive lì…

– Guardi, commissario, qui è una bolgia infernale, sono sceso poco fa in strada, è pieno di gente che sta scappando… Abbiamo fatto uscire delle pattuglie per verificare la situazione in centro, ma sono tornate indietro, non si poteva passare. Il centro sembra sia quasi completamente distrutto…

– Oh no!

– Sì, purtroppo… ora mi scusi, commissario, ma le linee è meglio che rimangano libere per le emergenze…

– Sì, sì, certo, ispettore, ha ragione… Grazie, comunque!

– Dovere, commissario…

– Giulia, pare che sia successo un disastro. Chiama i tuoi referenti, senti che ti dicono…

Dopo qualche minuto di telefonate che si incrociano, mentre sul televideo continuano a uscire notizie sempre più drammatiche, Luca e la moglie cominciano a prepararsi per uscire. Lei, in quanto medico, è stata chiamata dalla Protezione civile e deve andare a Onna, dove si sta allestendo un ospedale da campo. Il commissario, invece, deve andare alla centrale per ricevere ordini.

– Allora, Giulia, hai preso tutto?

– Sì, amore, sta’ tranquillo.

– Lo sono, tu riguardati e sta’ attenta. Considera che se non mi ci mandano in Abruzzo, io vengo lo stesso, mi prendo quelle settimane di ferie che ho da parte e vengo a darvi una mano.

– Va bene.

I due si salutano, abbracciandosi stretti e a lungo, scambiandosi un bacio appassionato.

– Ah – fa Luca sorridendo -, e ricordati che il premio per quel caffè buono buono lo voglio al più presto possibile, eh?

– Non dubitare amore, anch’io non vedo l’ora!

In quel mentre squilla il telefonino del commissario.

– È papà. Pronto!

– Luca, ho sentito zia Concetta! È salva, anche se la casa è praticamente distrutta! È riuscita a uscire in tempo, mi ha chiamato ora con il cellulare.

– Oh che sollievo, papà! Dov’è ora?

– In strada, pare che sia un disastro…

– Sì lo so… Senti, noi stiamo uscendo, Giulia andrà a Onna con la Protezione civile; io, o mi ci mandano o mi prendo le ferie e la raggiungo per dare una mano.

– Va bene, figlio mio; se vi serve una mano, fammelo sapere eh? Avrò settant’anni, ma sono ancora valido… Allora ci sentiamo dopo… no, aspetta, tua madre mi fa segno che ti vuole parlare…

– Pronto Luca! Come stai, amore di mamma?

– Sto bene, ma’… e tu?

– Eh… ringraziando il Signore…

– Senti, mamma, bada a papà che non faccia sciocchezze. Lo conosco, magari vorrebbe andare ad aiutare quei poveretti a L’Aquila, ma alla sua età non mi pare il caso…

– Ma che scherzi? Non se ne parla nemmeno, alla nostra età abbiamo già dato abbastanza, è il caso che qualcuno pensi a noi…

– Tranquilla, ma’; ci siamo io e Giulia. Stiamo per venire dalle parti vostre, Giulia a Onna e io non so ancora…

– Va bene Luca, l’importante è che stiamo bene, noi e voi… e pure zia Concetta…

– Certo, certo… Un bacio, ma’, a presto!

– Ciao figliolo, salutami e baciami a Giulia.

– È qui, glielo dico subito.

E riattacca.

[In testa: foto di Giuseppe Lipori, Rovine aragonesi]

Written by matemauro

10-04-2009 a 15:10

Pubblicato su racconti

25 Risposte

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  1. ne approfitto per :

    tanta serenità se possibile!!
    chicca

    chiccama

    10-04-2009 at 18:28

  2. romanticaperla

    10-04-2009 at 18:43

  3. Valcorvina nel terremoto! Grande! REdcats
    Buona Pasqua

    redcats

    10-04-2009 at 19:31

  4. scommetto che nella prossima puntata … va in Abruzzo 😉

    abbraccione
    c.

    h2no3

    10-04-2009 at 20:53

  5. Valcorvina… inarrestabile come te :)))

    Bellissima la filastrocca di Ilaria!

    Auguri 😉

    Bruno

    utente anonimo

    10-04-2009 at 21:24

  6. Ciao Mauro, buona Pasqua !

    corradovecchi

    10-04-2009 at 22:12

  7. Tanti auguri e che la tua vena ispiratrice non si prosciughi mai

    chichita

    11-04-2009 at 07:57


  8. Ritornerò per il commento.

    tamango

    11-04-2009 at 08:28

  9. Pralina

    11-04-2009 at 08:48

  10. ciao carissimo, ti annunzio che su youtube alla voce alcidebrunazzi troverai due chicchine, una con pralina, nientemen… buona paskua a te et phamilia

    phederpher

    11-04-2009 at 09:21

  11. ciao. finalmente ho riavuto il pc, era kaput, per questo non sono più, venuta a commentare, una Pasqua serena a te e a tutti i tuoi, io sto cucinando, per domani, che palle, behhhhh, una volta l’anno tocca. ciao ciao abbraccione penny

    penny46

    11-04-2009 at 11:00

  12. Buona Pasqua caro Mauro. Abbraccione, doppio per l’occasione:)!

    hettori

    11-04-2009 at 11:03

  13. …serena Pasqua a te e famiglia….un’episodio a lieto fine…
    bacioni teresa

    lateresa

    11-04-2009 at 13:35



  14. Auguri di vero cuore
    bacio**

    infinitaunica

    11-04-2009 at 18:04

  15. venendo al tuo commento da me, c’era veramente poca gente oggi pomeriggio a Milano City… anche quelli che hanno di meno, ma sempre comunque armadi abbastanza pieni e telefonini dell’ultima generazione…
    buona pasqua Mauro

    Francesco071966

    11-04-2009 at 18:17

  16. Ti lascio i miei auguri per una serena Pasqua 🙂

    shantylagatta

    11-04-2009 at 18:49

  17. Carissimo, ricambio gli auguri con affetto. Ho utilizzato la poesia di Ilaria nel post augurale su Scientificando. Grazie.
    Un abbraccio
    annarita

    nereide1

    11-04-2009 at 19:36

  18. finalmente Ho fatto l’ordine, ma questo Valcorvina è sempre in fermento? Sono proprio curioso di capire dove vai a parare. Ciao Maurè. Ancora auguri.

    ozne

    11-04-2009 at 19:38


  19. Bacio**
    Anna..

    Angelesey

    11-04-2009 at 20:23

  20. Urge il commissario in Abruzzo!!!

    Una buona Pasqua a Te :-))

    sonofuorimoda

    11-04-2009 at 21:14

  21. Caro Mauro, buona Pasqua!
    Anna

    etuttoquanto

    11-04-2009 at 21:33

  22. … sembra proprio che tu fossi lì!
    Tornerò per la seconda puntata.

    Una pasqua sottotono, sicuramente, per quel che è successo.
    Ti lascio comunque i miei più affettuosi auguri per giorni pasquali sereni

    Dall’uovo di Pasqua
    è uscito un pulcino
    di gesso arancione
    col becco turchino.
    Ha detto: “Vado,
    mi metto in viaggio
    e porto a tutti
    un grande messaggio”.
    E volteggiando
    di qua e di là
    attraversando
    paesi e città
    ha scritto sui muri,
    nel cielo e per terra:
    “Viva la pace,
    abbasso la guerra”.
    G. Rodari

    perlasmarrita

    11-04-2009 at 21:34

  23. Aspetto la seconda puntata. Anche se non si direbbe, Buona Pasqua…

    donburo

    12-04-2009 at 22:12

  24. Eccomi come promesso!
    Sei bravo Mauro, il tuo, ma in verità ormai nostro, Valcorvina ce lo stai facendo amare ancora di più;anche lui ha degli affetti, anche lui fa …l’amore ( nudo!), anche lui pratica l’eros e …anche per lui dove il maggiore c’è il minore “cessa”, come per la stragrande parte dell’umanità!
    Ma niente niente Valcorvina ti è parente?;-)

    tamango

    13-04-2009 at 10:22

  25. Una novella quasi compiuta ed un modo intelligente per riallacciare le avventure di Valcorvina ai fatti drammatici.
    Bacio.
    s.

    xdanisx

    13-04-2009 at 22:08


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