matemauro

Di matematica ma non soltanto…

Poèsia (in vernacolo)

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A spasso pe’ Roma (4ª e ultima [?] parte)

E allora, amichi cari, ve ritrovo qui
pronti a seguitamme n’artra vorta
in ‘ste passeggiate pe’ Roma nostra.
Quelle che ve farò vede’ in questi versi

nun zo’ le cose che vedeno tutti,
la maggior parte so’ un po’ nniscoste
però vale la pena de vedelle, v’assicuro!
Comincio da le parti de san Lorenzo

quartiere verace assai, popolano;
subbito prima d’entracce c’è ‘na porta
ar tempo dei romani la più granne
e ‘nfatti la diceveno Maggiore.

Appena accanto a quela porta
c’è ‘na tomba detta der fornaro
de forma assai strana, pe’ dilla tutta:
quella der posto ‘ndo coceva er pane!

Si ppoi se rispostamo verso er centro
ve consijo cardamente de vede’ ‘na chiesa
ma non tanto pe’ la cchiesa stessa
quanto pe’ quello che se trova drento:

San Pietro ‘n Vincoli, vicino ar Colosseo.
Lì se conzerva, come er genio l’aveva fatta,
la statua de Mosè, profeta e guida,
fatta da Michelangelo pe’ Ggiulio.

Sur ginocchio der profeta, si gguardate bbene
c’è ‘n bozzo, perché se dice che l’artista,
‘na vorta che l’ebbe terminata,
je scajo’ addosso la piccozza

urlanno a tutta voce: "Ma perché nun parli?"
E lì vvicino, propio sotto l’anfiteatro
ce sta un arco, dedicato a Costantino;
uno de li tanti archi de Roma,

rimarchevole pe’ ‘r fatto che ner zessanta,
anno de l’Olimpiadi a Roma,
c’arivò la gara de maratona
vinta da ‘n africano, pe’ la prima vorta!

Sempre pe’ parla’ de tombe, poi,
certo nun ve posso fa’ manca’
la ppiù famosa dopo quella sull’Appia:
la tomba der conzole romano

che je piaceveno assai l’eggizzi,
come li faraoni se la fece costrui’:
a forma de piramide, ma ppiù ppiccola…
Seguenno er corzo der Tevere,

a ‘n certo punto, potete ‘ncontra’
l’unica isola der fiume nostro;
vale la pena vedella, ‘n piccolo ggioiello,
tra er Barocco e er Rinascimento.

Traversanno er fiume sur ponte dei ggiudei
se po’ ariva’ ar Ghetto: da tanto tempo esiste,
puro si rifatto è stato ppiù vorte,
e conzerva n’aria tutta sua;

lì vve conzijo, si nun li conoscete,
de favve ‘na magnata de carciofi
come li sanno fa’ sortanto loro,
mica a caso se chiameno a la giudìa…

L’urtima cosa che ve vojo ricorda’
è un posto che a core me sta assai:
se tratta de ‘n gioiello che l’amichi mia
conoscheno come de Roma er più ber bucio!

mo’, io lo so, chissà a che penzerete,
ma nun ve fate spaventa’ dar nome,
lo ponno vede’ tutti, ommini e donne,
a tutti piacerà sicuramente!

E con ciò, si me date grazzia,
l’avrei terminata ‘sta mia poesia;
da di’ de cose ce ne stanno ancora
ma d’artronne Roma è tanto granne!

Ve lasso co’ ‘n penziero assai profonno
de Giovacchino nostro, dico er Belli,
che sembra riflette qui sur Colosseo,
ma più che artro su come cambia er monno.

Riflessione immorale sur Culiseo
(4 settembre 1835)

St’arcate rotte c’oggi li pittori
Viengheno a ddiseggnà cco li pennelli,
Tra ll’arberetti, le crosce, li fiori,
Le farfalle e li canti de l’uscelli,

A ttempo de l’antichi imperatori
Ereno un fiteatro, indove quelli
Curreveno a vvedé li gradiatori
Sfracassasse le coste e li scervelli.

Cqua llòro se pijjaveno piascere
De sentì ll’urli de tanti cristiani
Carpestati e sbranati da le fiere.

Allora tante stragge e ttanto lutto,
E adesso tanta pasce! Oh avventi umani!
Cos’è sto monno! Come cammia tutto!

Queste arcate rotte, che oggi i pittori
vengono a disegnare con i pennelli,
tra gli alberelli, le croci, i fiori,
le farfalle e i canti degli uccelli,

al tempo degli antichi imperatori
erano un anfiteatro, dove quelli
correvano a vedere i gladiatori
fracassarsi le costole e i crani.

Qui loro avevano piacere
nel sentire le urla dei cristiani
calpestati e sbranati dalle fiere.

Allora tante stragi e tanto lutto,
e adesso tanta pace! Oh, avvenimenti umani!
Cos’è questo mondo! Come cambia tutto!

Note:

der fornaro è il sepolcro di M. Virgilio Eurisace, fornaio, e di sua moglie Atistia, databile intorno al 30 p.e.v.; il sepolcro ha l’aspetto dei recipienti in cui veniva impastata la farina e reca, ripetuta quasi uguale sui tre lati ancora esistenti, l’epigrafe Est hoc monimentum Marcei Vergilei Eurysacis pistoris, redemptoris, apparet (Questo sepolcro appartiene a Marco Virgilio Eurisace, fornaio, appaltatore, apparitore), dalla quale si scopre che il fornaio lavorava per lo stato, al quale forniva i suoi prodotti, e che era anche ufficiale subalterno (apparitore) di qualche personaggio di alto rango

pe’ Ggiulio la statua del Mosè è parte della tomba (incompleta) dell’egocentrico Giulio II, costruita da Michelangelo su commissione dello stesso papa; tomba costruita nell’arco di trent’anni, a causa delle continue modifiche apportate al progetto originario; nel progetto la tomba doveva essere costituita come un mausoleo a tre piani, ornato da quaranta statue in marmo e rilievi in bronzo, con una pianta di 11 metri per 7 al cui interno doveva essere la tomba del pontefice

ner zessanta nel 1960 la gara di maratona vide l’arrivo proprio sotto l’arco di Costantino, e venne vinta dall’atleta etiope Abebe Bikila, primo di una lunga serie di africani a trionfare nella gara regina dell’atletica leggera; due curiosità: Bikila correva scalzo e lui, di religione ebraica, dovette passare sotto l’arco che magnificava, tra le tante conquiste di Costantino, proprio quella della Palestina

quella sull’Appia la più famosa tomba romana è certamente quella di Cecilia Metella, sull’Appia Antica

conzole romano si tratta del console Gaio Cestio Epulone e venne costruita tra il 18 e il 12 p.e.v., dopo che, nel 30, l’Egitto era divenuto provincia romana

‘n piccolo ggioiello l’isola Tiberina venne consacrata dagli antichi romani al dio della medicina, Esculapio, e la tradizione è stranamente stata conservata anche dai cristiani, visto che vi aveva sede il lazzaretto e, oggi, l’ospedale Fatebenefratelli (ma anche l’ambulatorio dell’Ospedale israelitico…)

ponte dei ggiudei è il ponte Fabricio, il più antico ponte di Roma giunto fino a noi, edificato nel 62 p.e.v.

Ghetto il Ghetto ebraico di Roma è tra i più antichi del mondo; è sorto infatti 40 anni dopo quello di Venezia che è il primo in assoluto; nel 1572 Gregorio XIII impose agli ebrei romani l’obbligo di assistere, ogni sabato, a prediche al fine di convertirli alla religione cattolica; le prediche si tennero con risultati assai modesti, in varie chiese nei dintorni; secondo un’antica tradizione gli ebrei si preparavano all’ascolto tappandosi le orecchie con la cera (la scena è rievocata nel film Nell’anno del Signore di Luigi Magni); tale obbligo venne revocato da Pio IX nel 1848

er più ber bucio il più bel buco di Roma, poco noto anche ai romani; chi volesse sapere cos’è e dove si trova non ha che da chiedermelo… ma qui, naturalmente, a Roma!

Written by matemauro

09-04-2008 a 22:25

Pubblicato su poesia, roma

19 Risposte

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  1. Mauro, accidenti che è ‘sto bucio?
    il resto lo conosco bene, questo proprio no.

    la bocca della verità?

    fiorirosa

    09-04-2008 at 23:21

  2. Maurooo
    t’ho visto, sai, che guardavi il mio blog;-)

    fiorirosa

    09-04-2008 at 23:41

  3. A spasso per Roma,per il lungo Tevere,ci sono stata pochissimo tempo fa e sono già in crisi d’astinenza. Sarà per le bellezze,sarà per le ricchezze o le frivolezze ma Roma è Roma, e se ora ci si aggiunge anche il mistero il quadro è completo: Mauro,tu che lo hai nominato destando la nostra attenzione e curiosità, mi dici che cos’è ” er più ber bucio”?
    Comunque lieta e appagata anche di questo finale a sorpresa per via del “bucio” e per la poesia del Belli, non mi resta che ringraziarti ancora una volta .Grazie, a presto a Roma!

    tamango

    10-04-2008 at 00:27

  4. ..città che mi ha rapito ed adottato.. città che amo e oggi non saprei se potrei più farne a meno..
    E poi ho incontrato due occhi verdi che mi hanno fatto capire che con questa città ho un vincolo e un debito..
    Un abbraccio..

    TheFox1976

    10-04-2008 at 05:40

  5. Ah… meno male che era l’ultima: come avrei fatto a ripercorrere tutto l’itinerario in soli due giorni???

    cestodiciliegie

    10-04-2008 at 07:35

  6. Mauro,amore mio, hai imesso in moto la curiosità dei tuoi amici che a ragione si chiedeno der più ber bucio di Roma ! Loro nu ‘nsanno che se perdeno: a cosa più bella che ce stà,forze perchè me l’hai fatta vedè tu,forze perchè è romantica …chissà?

    DonnaFelice

    10-04-2008 at 09:52

  7. Caro Mauro il tuo post è bellissimo. Mi hai fatto pensare, quanto alla tua poesia, a una guida turistica che la declami mentre fa vedere i bei posti della nostra città ai turisti.
    Completa il tutto la poesia del Belli.
    Piccola notazione culinaria: se vuoi mangiare i carciofi alla giudia migliori di Roma devi andare a Trastevere, al ristorante Paris.
    🙂

    scaramouche

    10-04-2008 at 12:11

  8. Che volgia di venire a Roma… Giulia

    giuba47

    10-04-2008 at 14:22

  9. ho preso appunti…sarà una gita bellissima. grazie. ciao

    lateresa

    10-04-2008 at 14:44

  10. shantylagatta

    10-04-2008 at 15:45

  11. ho letto questa poesia con tanto piacere, un bel giro pe’ Roma nostra ce voleva proprio!!!! bravo davvero, ora leggo il post successivo, ciao

    salicenascente

    10-04-2008 at 16:15

  12. La tua poesia mi ha rempito er core.
    Sconoscevo tutti i significati della tomba del fornaio. Roma è grande e viva, una poesia dura tutta la vita!
    Buon pomeriggio!

    rossacorallo

    10-04-2008 at 16:38

  13. Bellissimo fine settimana per te Mauro..magari a spasso per la nostra bella culla!

    Ti abbraccio
    ELisa

    elilaw

    10-04-2008 at 16:45

  14. Bello il tuo blog, mi ha colpita particolarmente la grafica in testata.
    Complimenti.
    A presto.
    Un sorriso
    Paola

    senzaluna

    10-04-2008 at 18:21

  15. L’ultima volta che sono stata a Roma, er tassista mi ha spiegato tutto su l’isola Tiberina e sul fatebenefratelli. Si, caro mauro… er tassista non ha compreso bene l’indirizzo e mi ha fatto girare tutta Roma per portarmi nel posto dove non dovevo andare, abbiamo fatto pure il ritorno… eh!
    Però una serie di poesie sulle bellezze di Roma puoi sempre crearle e pubblicarle. Non può finire qui, io scrivo continua…

    tumbergia

    10-04-2008 at 21:09

  16. Che scherzo del blog è questo?
    sono entrata e trovo un post diverso, avevo dimenticato di scrivere…
    COMPLIMENTONI!

    tumbergia

    10-04-2008 at 21:12

  17. Pensavi di cavartela così? hai ancora tanto da farci leggere.
    Complimenti!

    rossacorallo

    11-04-2008 at 12:47

  18. Bella, bellissima la tua poesia! Ora comunque si continua spero! Certo che la tua città la conosci davvero bene. Si sente il tuo amore per Roma tra i versi e questo è molto bello! Non è che sei una guida turistica? Sai che giro mi piacerebbe sentire, sempre se ti va ovviamente, il percorso del libro di Dan Brown “Angeli e demoni”. Avevo letto che un’agenzia organizzava davvero quest’escursione e, se non ricordo male, costava parecchio! Anche le foto che hai postato sono molto belle, le hai fatte tu? Scusa, son partita con richieste e interrogatorio! Buon fine settimana! Un abbraccio DonnaNuova.

    donnanuova

    11-04-2008 at 14:53

  19. Mauro..ti ho mai detto che Roma è la mia città preferita?
    Son tre anni che non ci torno..ma..sicuramente entro giugno Roma..vedrà la mia presenza.
    Mi hai fatto venire una nostalgia…
    Ciao amico..mio….un sorrisone..per te.

    jolyjoly54

    13-04-2008 at 19:09


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