matemauro

Di matematica ma non soltanto…

Riassunto di una (mezza) vita – parte seconda: le scuole

with 15 comments

Proseguendo nella narrazione della mia (mezza) vita, oggi presenterò le scuole che ho frequentato (sperando di ricordarle tutte !).

E cominciamo, naturalmente dalle elementari (no, la materna non l’ho fatta, ai miei tempi non usava…).

Questa

Garibaldi

è la scuola elementare "Garibaldi", in via Mondovì, dove ho frequentato la I e la II elementare; per quanto riguarda la III e la IV, dato che ero a Jánské Lázně, come ricordato nel post precedente, studiavo da solo e poi davo gli esami da privatista.

Della I elementare ricordo la maestra, Rosa, siciliana cattolicissima, che mi obbligava a recitare la preghiera mattutina anche se i miei le avevano detto che eravamo atei e che non ero battezzato! La fatica che feci per imparare padrenostro e avemaria può essere paragonata solo a quella che mi è costata per capire la teoria della relatività generale!

In II invece invece ebbi un maestro (del quale purtroppo non ricordo il cognome, forse Cipriani ma potrei sbagliare), fascistissimo fino al midollo, ma molto umano e simpatico; durante l’esame di III tentava di convincermi che il fascismo aveva fatto del bene per l’Italia ripetendo "ma le paludi pontine"… e io che ancora ingenuo rispondevo: "beh, in vent’anni solo quello di buono?".

Invece sempre lo stesso maestro mi tese il classico tranello durante l’esame di IV; la sua domanda conclusiva fu "Allora Mauro, l’ultima domanda: di che colore era il cavallo bianco di Carlo Magno?" e io feci scena muta! Lo so, sembra una barzelletta, ma è successo veramente… all’epoca ero un  po’ gnocco (adesso, invece…). Ovviamente era uno scherzo, del quale parlò con i miei alla fine dell’esame ridendoci su; tanto per dire che nonostante fosse fascista era assai simpatico.

La V elementare i miei decisero di non farmela fare da privatista (pensando all’esame di licenza) e così mi fecero frequentare a partire da marzo questa scuola:

Piemonte 1

Trattasi della "Principe di Piemonte", situata su una collinetta di fronte alla basilica di S. Paolo, a Ostiense.

Era una scuola bellissima, aule praticamente all’aperto (se ne intravvede qualcuna), circondate da una marea di verde, sembrava di fare lezione in mezzo a un bosco! (Ovviamente avendo io frequentato da marzo in poi, non so che freddo facesse prima!)

L’ingresso dal quale entravamo era su via Ostiense:

Piemonte 2

c’era una lunga scalinata (coperta) per arrivare in cima alla collina dov’era posta la scuola.

Di quei quattro mesi ricordo soltanto che dovevamo essere in 20, perché per l’esame dovevamo portare ognuno una ricerca su una regione italiana, e siccome ormai erano state tutte assegnate, a me toccò un "doppione", il Lazio. Ricordo ai più "piccoli" che all’epoca le regioni erano 19, l’Abruzzo faceva ancora regione con il Molise.

…Ma che dico che è l’unico ricordo…! Rammento anche il mio primo amore di decenne: si chiamava Emiliana Ticchioni… era bellissima (ai miei occhi), bruna e formosetta per la sua età. Non mi dichiarai mai…

Dopo l’esame di licenza elementare, passai alle medie, e la I classe la frequentai qui:

Pascoli

È la "G. Pascoli", in via Illiria. Qui ho frequentato la I media e i primi mesi della II, poi ci siamo trasferiti di nuovo a Praga, e così l’esame di II media l’ho dato da privatista e analogamente quello di licenza media. Della I media ricordo la professoressa di italiano, latino, storia e geografia; si chiamava Angarano, siciliana, esigente, tostissima, dava un sacco di cose da imparare a memoria e ancora le ricordo!

Qui davvero ho della frequentazione un unico ricordo: una riunione generale di tutti gli alunni in palestra (ci dovevano essere stati dei problemi disciplinari, credo), con il preside che parlava di disciplina, ordine e – forse – dio, patria e famiglia ; ricordo solo che a me (cresciuto in una famiglia comunista, tollerante, libertaria) quel discorso fece venire un tale accesso di risa che dovetti fingere un attacco di tosse per evitare di farmi scoprire ed essere espulso da tutte le scuole del regno (come si diceva una volta…)!

Dopo le medie i miei decisero che non era più il caso di studiare da privatista e così mi iscrissero al liceo scientifico "Cavour":

Cavour

Il portone verde, pur non essendo l’ingresso principale, era quello dal quale entravamo.

All’epoca era uno dei migliori licei di Roma, e i miei chiesero espressamente (all’epoca si poteva…) che fossi inserito in una sezione che conoscevano perché amici avevano frequentato lo stesso liceo. Fu così che finii nella sezione C, la più dura, quella però con i migliori insegnanti.

Del primo biennio ricordo una dolcissima professoressa di lettere, anziana, e quella di matematica, giovane e bella, tanto che le sbavavamo tutti addosso (ah, sì, la classe era solo maschile! All’epoca usava…): figurarsi, maschi di 14/15 anni, foruncolosi e con gli ormoni in ebollizione! Comunque in II la sostituimmo molto volentieri, nel nostro immaginario collettivo, con la supplente di disegno: una ragazza appena laureata, avrà avuto 24-25 anni (quasi tutti gli altri professori erano oltre i 50), bionda, bellissima insomma! E poi parlava sempre di "schizzi" da fare! Vi potete immaginare le risatine e i commenti tra di noi…

Ricordi molto più vivi li ho del triennio: intanto il bar vicino al liceo:

Bar Oppio

Adesso è enorme, fatto per i turisti che da lì ammirano il Colosseo (è proprio davanti), ma allora era un buchetto con appena due entrate. È stato il bar dei primi caffè, delle prime partite a flipper (per i più giovani: non elettronico, ma puramente meccanico!), delle prime sigarette (comprate sciolte, ché all’epoca si poteva: Nazionali Super Esportazione con filtro, ricordo!)…

E poi il parco del colle Oppio

Colle Oppio

dove passavamo le mattine a chiacchierare prima di entrare, e uscendo invece qualche volta a giocare a pallone; anzi ricordo che qui insegnai ai miei compagni di classe a giocare a baseball: pallina da tennis, basi disegnate sulla terra e mazze ricavate da rami di alberi caduti (senza guantoni, ovviamente)!

Era anche il posto dove andavamo quando facevamo sega (NOTA PER I NON ROMANI: "fare sega" vuol dire "bigiare", non equivocate!). Io, a dire la verità ne ricordo poche… sarà che tutto sommato la scuola mi è sempre piaciuta…

In IV poi la grande novità: arrivarono le ragazze! Vennero accorpate nella nostra classe le ragazze provenienti dalla sezione L. Non ci crederete: erano (ai nostri occhi) tutte cozze mostruose… Invece poi… addirittura tre di noi ragazzi si sono sposati le ex compagne di classe! La più caruccia secondo me era Lia Fiore, della quale mi innamorai, ma lei era innamorata di un altro (e una!). 

Dei professori del triennio rammento

  • Favino, di storia e filosofia, grande personaggio da Foggia (sue frasi tipiche: "Da coscia nasce coscia e il tempo tutte le governa", "Antonetti, io due ti metto!"); mi ha fatto amare Socrate e Aristotele e odiare Platone; è stato l’unico insegnante mai da me avuto che abbia avuto il coraggio di rimandarmi a settembre (in storia in III e in storia e filosofia in IV)
  • l’Anzillotta di matematica e fisica (quella che me le ha fatte amare e che mi ha spinto a prendere appunto matematica all’università)
  • la Finzi di inglese, ebrea scampata ad Auschwitz, grandissima persona.

E finalmente, nel 1970, dopo la maturità, superata col sesto voto della classe (tutta colpa della professoressa di italiano e latino… sennò il 60 non me lo levava nessuno…), l’Università: l’unica che all’epoca c’era a Roma, oggi "La Sapienza":

Minerva

Questo era lo spettacolo che si presentava entrando dall’ingresso principale, ma io entravo invece qui, da via De Lollis:

De Lollis

perché l’istituto di Matematica era proprio lì dietro:

Matematica

questo è l’ingresso principale, che però ai miei tempi era chiuso, noi entravamo dal lato sinistro, però quell’ingresso oggi è murato!

Altri luoghi universitari che frequentavo:

Vicenza

questa era la sede staccata di via Vicenza, dove ho frequentato quasi tutti i corsi del secondo biennio. Purtroppo è in fase di ristrutturazione, perciò non si vede nulla, comunque era un palazzo vetro e cemento. In basso a sinistra il bar da tutti frequentato.

Lettere

Questa è la Facoltà di Lettere e filosofia, dove frequentavo i corsi di ceco (per non perdere l’abitudine a parlare la lingua)

Fisica

Questo è il vecchio Istituto di Fisica (adesso ne hanno fatto uno nuovo), del quale frequentavo la biblioteca… no! mica per studiare, che vi credete? Lì ho imparato a giocare al nobile gioco del bridge (grazie a Rino Gaetano per la dotta citazione…)! Facevamo partite interminabili e anche tornei; eravamo diventati pure bravini, avevamo fatto una squadra, due matematici e due fisici, partecipando con onore pure a qualche torneo ufficiale. Mi dicono che adesso in biblioteca di Fisica vanno più gli scacchi… anche queste sono mode!

Dopolavoro

Questo è il dopolavoro dell’Università, dove talvolta andavamo a mangiare a pranzo e anche a fare lunghe partite a boccette.

La foto purtroppo è bruttissima, causa sole frontale.

Casa dello studente

E questa era la mensa della Casa dello studente, dove andavamo anche qui talvolta a pranzo, anche questa in fase di ristrutturazione…

Medicina legale

Infine questo è l’Istituto di medicina legale; sicuramente vi starete chiedendo cosa c’entra con Matematica… nulla, se non che la sorella del mio miglior amico a Matematica (della quale ero innamorato) frequentava medicina e mi chiese se la potessi accompagnare a seguire un’autopsia, perché aveva paura di svenire; io che ai tempi del liceo non sapevo se avrei preso matematica, fisica o medicina, dissi di sì e così ho anche seguito un paio di autopsie… Ah, lei non è svenuta e io neppure, ma tra noi non è nato nulla, lei era innamorata di un altro (e due! e non mi dite "come al solito", lo so, lo so…).

Mancherebbe, se i miei ricordi sono giusti, soltanto una scuola frequentata casualmente per qualche mese a Praga, ma non ricordo neanche dove fosse, figurarsi trovare una foto…

Queste foto le ho scattate tutte durante il pomeriggio di ieri; tornare all’Università è stata un’emozione particolare, non ci mettevo piede dal 1980, mi pare. Inizialmente pensavo di fotografare soltanto l’Istituto di Matematica, poi pian pianino mi sono tornati in mente anche gli altri luoghi che avevo frequentato. Invece le altre scuole non mi hanno suscitato sensazioni particolari, chissà perché?

Written by matemauro

21-09-2007 a 01:20

Pubblicato su la mia mezza vita, roma, scuola

15 Risposte

Subscribe to comments with RSS.

  1. Mi piacciono questi post sulla tua vita e poi ho visto nelle tue foto posti conosciuti, ho ben presente la scuola a San Paolo ma soprattutto il Cavour (io andavo al Leonardo Da Vinci lì accanto), sono stata + più volte nello stesso baretto e soprattutto il colle oppio ha fatto da contorno ad un’infinità di pomereggi con gli amici di scuola.Sono passata davanti questi luoghi proprio ieri sera, quanti ricordi. Ciao

    SpartaG

    21-09-2007 at 09:13

  2. Che bello, che bello! Avere emozioni e ricordi comuni, anche se non “in comune”…
    “Baretto”? hehehehe! Lo era…
    Ciao, un abbraccio!

    MauroPiadi

    21-09-2007 at 10:00

  3. davvero magnifico questo spaccato di vita dove ci sono ricordi, immagini, ma anche atmosfere!!!
    bravo, bravo!!!
    chicca

    chiccama

    22-09-2007 at 08:19

  4. Detto da te, Chicca, è un complimento che mi fa un piacere enorme.
    Grazie, grazie!
    Divertiti con tua figlia e riposati!

    MauroPiadi

    22-09-2007 at 11:28

  5. ciao Mauro, si vede che metti il cuore in questo tuo diario fotografico, bello!
    e grazie anche per le dritte sulle Guide di Roma e le brave fotografe in rete.. 🙂
    ciao

    giovanotta

    23-09-2007 at 22:38

  6. @giovanotta: direi che metto il cuore in praticamente tutto quello che faccio 😀
    Comunque grazie per il complimento… hai visto il blog di chicca, che splendide foto?
    Un abbraccio

    MauroPiadi

    23-09-2007 at 22:42

  7. ho visto il blog, Mauro..
    e poiché ho il massimo rispetto di chi fa belle foto (oltre a belle riflessioni) me lo annoto 🙂
    ciao Chicca

    giovanotta

    24-09-2007 at 17:20

  8. l’entrata del Cavour…
    la mia stessa entrata, ora non è più quella, si entra dalla scalinata principale in marmo bianco!
    che ricordi!!!

    emivet78

    04-01-2008 at 14:30

  9. Sei senz'altro simpatico, ma devo smentirti … lattante! No, perdonami, ovviamente scherzo, intendevo dire che io mi sono diplomato due anni prima ed allora non era una differenza insignificante. Ad es. io ho fatto i vecchi esami di maturità ( anche se, considerando i CANI ARRABBIATI che avevamo avuto per cinque anni furono una passeggiata) mentre i tuoi furono quasi identici a quelli attuali ed ho fatto persino gli esami di ammissione alla prima media, aboliti immediatamente dopo! Ho già correttamente definito i miei vecchi insegnanti dei quali posso dire tranquillamente, ormai, da professore navigato (ed in pensione) che CE L'AVEVANO CON ME ( ed anche con altri, sia ben chiaro), ma non riuscirono a bocciarmi! Quando poi, dopo quattro anni, mi videro entrare in sala professori in qualità di insegnante di Matematica ( laurea a 22 anni col max nonostante gravi malanni), rimasero di stucco! Mi dispiace anche che nella mia classe ci fossero parecchi str…. Purtroppo i miei migliori amici li persi quasi tutti per strada: da 37 iniziali rimanemmo in 14 ed ogni anno persi il compagno di banco, tranne l'ultimo, quello della passeggiata alla maturità, una vera LIBERAZIONE dalla Finzi e dal Fava! Pensa che uno di questi "bocciati" è attualmente prof. universitario. Si vede che non era poi così scarso! L'unico che ho rivisto negli ultimi (30) anni è Fabio Bartolini, che fa l'architetto in Trentino ( sta come un pascià ). Ti saluto, mi ha fatto piacere "parlare" ( anche se il termine è un tantino improprio, visto che non si tratta di una chat, con un vecchio compagno di scuola, anche se non ti conosco. Con simpatia, 
    Mauro Maesa

    utente anonimo

    07-07-2011 at 00:13

  10. Ciao Mauro, scusami ma avevo "saltato" il tuo primo commento

    Non è che abbiamo ricordi diversi, anche nella mia classe c'erano gli str… e qualche prof a cui stavo sui cosiddetti… parlo della Broussard(ona) ovviamente!

    Però preferisco ricordare le cose positive, in fondo non posso dire che quello che mi hanno insegnato tutti loro non sia valso a niente, anzi…

    Leggo con piacere che sei matematico anche tu, anche se a due anni di distanza sicuramente avremo frequentato corsi diversi, ma magari per i corridoi del Castelnuovo chissà quante volte ci saremo incrociati!

    Un saluto anche a te, con altrettanta simpatia!

    utente anonimo

    07-09-2011 at 17:56

  11. Ciao, ma non hai letto i miei commenti, un po' in controtendenza? O sei ancora in vacanza? Ciao,
    Mauro
    P. S. Le lettere che devo scrivere per poter inviare il commento sono "bebj", roba che la Finzi avrebbe etichettato con un -3.

    utente anonimo

    07-09-2011 at 17:33

  12. Anonimo

    22-10-2011 at 23:52

  13. Ciao Mauro,
    non si è fatta viva un’anima! E dire che eravamo tantissimi a frequentare quella scuola ed alla gente non manca certo la capacità di cercare, su Internet, i giusti collegamenti, specie ai nostri ex compagni di scuola,
    il più povero dei quali sarà un avvocato affermato. A proposito, uno di questi era un certo Squatriti, che anni fa aveva sposato Afef, che credo sia una famosa modella o attrice. Erano tutti messi benissimo, i più pezzenti sono quelli che hanno fatto i professori di matematica ( e che hanno studiato di più)! Ciao ed auguri di buone feste.
    Mauro

    Mauro Maesa

    21-12-2011 at 01:08

    • Ciao Mauro! Tantissimi auguri di buone feste anche a te!

      (E no, comunque, non è vero che tutti siamo messi bene come dici, almeno non nella classe che era la mia…)

      matemauro

      24-12-2011 at 14:36

  14. Protagoras: “There are two sides to every question.”


Scrivi una risposta a MauroPiadi Cancella risposta